ITALIAN - CATALAN - SPANISH - ENGLISH BELOW
Grazie! Ti posso solo dire grazie: di tutto questo tempo; dei tanti
week-end; delle tante ore intense;
grazie per aver rispettato la distanza rispetto alla madre delle mie figlie e
per abracciarle come lo hai fatto durante tutti questi mesi. Sei eccezionale!
Come capita quasi sempre quando si mette da parte l’amore (o scompare!)
nasce la nostalgia dei momenti intimi, e tutti mi sembrano meravigliosi in
questo disordine attuale nel quale vivo da due giorni, che lotta per farsi impermeabile
al dolore che sento.
Sono seduto a guardare tutti i vetri rotti della mie vita, e tu ne sei ora
il pezzo piú grande, un pezzo che mi ha fatto sognare...amato: sei il mio
ultimo ballo, sei il mio ultimo walzer a la Fageda.
“No, non lasciarmi andare”, rispondo nel mio tentativo di separare le
nostre mani. Non apro neanche gli occhi, da poco sento la tua voce esaurirsi e
nel giro di due minuti il mio corpo inizia ad avere per la prima volta delle
convulsioni. Sorrido nell’oscurità mentre scivolano le lascrime, e conto
mentalmente fino a tre prima di sentire la mia propria voce che mi domanda: “è
reale tutto ciò? Sono sveglio? Davvero?”. Chiudo gli occhi e ti bacio e ti
accarezzo la guancia affinché possa addormentarti piú facilmente e regalarmi un
giorno ancora al tuo lato. La luce dei fanali filtra dal balcone mentre
immagino i tuoi dolci lineamenti addormentati placidamente lontano da me.
Mentre ti immagino prego Dio che un giorno tu sia capace di entrare in
connessione con le tue emozioni e che ti apra il cielo!
Mi giro verso l’altro lato del letto e stendo il braccio, cerco una pace di
spirito che mi sfugge da giorni. I minuti scorrono lentamente e in maniera
angosciosa tra i rumori di una Barcellona sconosciuta e ostile che li amplifica
smisuratamente. Mi faccio forza e cerco di combatterla con le poche forze che
mi restano, ma la disperazione finisce per sopraffarmi e piango...piango
sconsolato. Ho pensato di prendere il primo treno che va nella tua stessa
direzione per accoglierti al tuo arrivo domani mattina nel tuo paese senza mare
e, dopo averti dato un bacio, tornare a casa con un autobus che parte alle tre
e mezzo del pomeriggio e arriva a Barcellona il mattino successivo. Ti giuro
che lo farei, mi conosci, pero non vedo come potró trascorrere una notte cosi
lunga, nel mio stato, costretto su un sedile di merda senza lanciarmi a
capofitto contro l’uscita di emergenza alla ricerca di una maniera di alleviare
il dolore se non scorgo, nel vederti, un barlume di futuro che mi dia speranza.
Che fai cosí lontano da me? Avevo bisogno di dirti per un’ultima volta che
ti amo, che sono follemente innamorato. Non potevo trascorrere un’altra ora
senza gridare ai quattro venti ciò che mi rode l’anima e, in questo modo
scoprire se ancora non è troppo tardi per recuperarti. Sapevo che la nostra
avventura era condannata a terminare, potevo distinguere le leggere sfumature
di distanziamento in ciascuno dei tuoi viaggi all’inizio e dei tuoi whatsapp in
questi ultimi 15 giorni, però non avevo alternativa, quello che mi davi era
molto piú forte e potente di qualsiasi delle paure suscitate dai tanti
chilometri che ci separavano.
Sono il primo a non capire che mi stà succedendo, ma tutti i pezzi combaciano alla perfezione, ogni senzazione e
ogni pensiero mi ricorda un sentimento che credevo aver dimenticato e già fuori
dalla mia portata per sempre. Il tuo sorriso mi perseguita nei sogni e capisco
che la mia anima ti è stata consegnata. Abbracciarti e perdermi nel tuo sguardo
prima di spegnere la luce è stato quanto di meglio e di peggio mi sia successo
da molto tempo. Questo è l’unico motivo
per cui sono ancora qui, perche so che verso le 7:00 mi sveglieró per vedere se
dormi ancora al mio fianco e poterti nuovamente abbracciarti e baciarti la
schiena mentre mi stringo a te.
E piango, piango perche il mattino sarà troppo breve,
piango perche ti ho perduto, piango come hai fatto tu quando mi hai detto che ti
stavi innamorando di me – in maniera adulta – e io non ho trovato nessuna
risposta, piango perché faccio sempre tutto troppo spontaneamente e la mia
ingenuità a volte non conosce limiti, piango perche ci sono ancora troppe cose
da fare insieme.
Ti muovi e mi abbracci...e mi fai sorridere mentre mi mandi video tuoi in cui imiti mia figlia mentre muove le braccia quando è contento! La tua voce e il tuo contatto è ciò di cui ho bisogno e per ora dimentico che ho il cuore spezzato...e vorrei che non si facesse mai giorno! Mi sento imprigionato nella bozza di una vignetta di un fumetto in cui non suona neanche una nota di musica.
Ti muovi e mi abbracci...e mi fai sorridere mentre mi mandi video tuoi in cui imiti mia figlia mentre muove le braccia quando è contento! La tua voce e il tuo contatto è ciò di cui ho bisogno e per ora dimentico che ho il cuore spezzato...e vorrei che non si facesse mai giorno! Mi sento imprigionato nella bozza di una vignetta di un fumetto in cui non suona neanche una nota di musica.
Uff, Mi ero dimenticato che vuol dire essere al
fianco di qualcuno che si ama smisuratamente, la serenità e la felicità insita
nella sua presenza. Potrei essere sul letto di morte e la tua mano che prende
la mia sarebbe l’unica cosa necessaria per superare tutti i timori e andare in
pace.
Il cammino è molto lungo. Ho perso la cartina. Ci vuole troppo per arrivare a casa, troppo
per dimenticarti. C’è che ti amo e, dato che ti amo – questo è quanto posso
affermare ora- devo lasciarti andare. Amarti significa volerti bene e vederti
felice. Per cui qui e ora getto gli strumenti che potrebbero aiutarmi ad
abbattere qualsiasi ostacolo per avvicinarmi a te. Non voglio che soffra mai
piú per colpa mia una domenica notte. Non immagini quanto mi è costa questa
rinuncia....
Ma non ti preoccupare, ti aspetto, ti aspetto
mentre continuo sul mio cammino in compagnia delle mie figlie. Ti aspetto a
Barcellona, la Barcellona que è bagnata dalle stesse acque del tuo amato
Empordà! Cosa sono 15 anni in una vita?
PS Sarai sempre, assolutamente sempre, benvenuto
nella mia lista di ossessioni e canzoni che so che non dimenticherai mai.
ÚLTIM
VALS A LA FAGEDA
Gràcies! Només puc donar-te les gràcies per tot aquest temps, per tants
caps de setmana, per tantes hores intenses, per respectar la distància amb la
mare de les meves filles i per abraçar-les a elles com ho has fet durant tots
aquests mesos. Ets excepcional!
Com casi sempre que l’amor s’aparca (o desapareix!) neix la nostàlgia
dels moments més íntims, i tots em semblen meravellosos en aquest desordre
actual en el que visc des de fa dos dies i que lluita per fer-se impermeable al
dolor que sento.
Estic assegut contemplant tots els vidres trencats de la meva vida i tu
n’ets ara el tros més gran, un tros que m’ha fet somniar... estimat ets el meu
últim ball, ets el meu últim vals a la Fageda.
"No, no em deixis
anar", responc al meu intent de separar les nostres mans. Ni tan sols obro
els ulls, fa estona que sento la teva veu esgotada, i en cosa de dos minuts el
meu cos comença a convulsionar per primer cop. Somric en la foscor mentre em
llisquen les llàgrimes, comptant mentalment fins a tres abans de sentir la meva
pròpia veu que em pregunta: "això és real? estic despert? de
veritat?" tanco els ulls i et beso i t’acarono la galta perquè puguis
conciliar el son amb més facilitat i regalar-me un dia més al teu costat, la
llum dels fanals es filtra pel balcó mentre imagino les teves dolces faccions
dormint plàcidament lluny de mi. Imaginant-te prego a Déu que algun dia siguis
capç de connectar amb les teves emocions i t’obri el cel!
Em giro cap a l'altra
banda del llit i estiro el braç, busco una pau d'esperit que fa dies que em
defuig. Els minuts s'escolen lentament i de manera angoixosa entre els sorolls
d'una Barcelona desconeguda i hostil que
els amplifica sobre manera. Faig el cor fort i miro de combatre-la amb les
poques forces que em queden, però la desesperació acaba per apoderar-se de mi i
ploro…ploro sense consol. He pensat en agafar el primer tren que surti en la
teva mateixa direcció per rebre’t quan arribis demà al matí al teu país sense
mar, i després de donar-te un petó tornaré a casa amb un autocar que surt a
quarts de quatre de la tarda i arriba a Barcelona al matí del dia següent, et
juro que ho faria, em coneixes, però, no veig com en el meu estat seré capaç de
passar una nit tan llarga encaixonat en un seient de merda sense llençar-me de
cap contra la sortida d'emergència buscant una manera d'alleujar el dolor si no
veig en veure’t un bri d’esperançador futur.
Què fas tan lluny de mi?
Necessitava dir-te per últim cop que t'estimo, que estic bojament enamorat. No
podia passar una hora més sense cridar als quatre vents el que em rosega
l’ànima i en fer-ho descobrir si encara no és massa tard per recuperar-te.
Sabia que la nostra aventura estava condemnada al fracàs, podia visualitzar els
lleugers matisos de desconnexió en tots i cadascun dels teus viatges al
principi i dels teus whatsapps aquest últims 15 dies, però no tenia
alternativa, el que em donaves era molt més fort i poderós que qualsevol de les
pors que poguessin provocar-me tots els quilometres que ens separaven.
Sóc el primer a no
entendre què m'està passant, però totes les peces encaixen a la perfecció, cada
sensació i pensament em recorda un sentiment que creia oblidat i ja fora del
meu abast per sempre. El teu somriure m'assalta en somnis i entenc que la meva
ànima t’ha estat entregada. Abraçar-te i perdre'm en la teva mirada abans
d'apagar el llum ha estat el millor i el pitjor que m'ha passat en molt de
temps. Aquest és l'únic motiu pel qual segueixo aquí, perquè sé que cap a les
7:00 em despertaré per veure si dorms al meu costat i poder tornar a
estrènyer-te entre els meus braços i petonejar-te l’esquena mentre et faig
cullereta.
I ploro, ploro perquè el
matí serà massa curt, ploro perquè t'he perdut, ploro com tu ho vas fer quan em
va dir que t'estaves enamorant de mi –d’una manera adulta- i jo no vaig tenir
cap resposta, ploro perquè sempre ho faig tot massa espontàniament i la meva ingenuïtat
a vegades no coneix límits, ploro perquè hi ha massa coses que encara hem de
fer junts.
Et remous i m’abraces….i
em fas riure mentre m’envies vídeos teus imitant a la meva filla movent els
braços quan està contenta! La teva veu i el teu contacte es el que necessito i
per un moment oblido que tinc el cor trencat…i voldria que mai es fes de dia!
Em sento empresonat en l’esbós d’una vinyeta de còmic on no hi sona ni una
corxera!
Buf! Ja no recordava el
que és estar al costat d’algú a qui
estimes sobre manera, la serenor i la felicitat inherents a la seva presencia.
Ara mateix podria estar en el meu llit de mort i la teva mà agafant la meva
seria l'única cosa necessària per superar tots els temors i marxar en pau.
El camí és molt llarg. He perdut el mapa. Falta massa per arribar a
casa, falta massa per oblidar-te. I es que t’estimo i com que t’estimo –això és
lo únic que puc afirmar ara mateix – t’haig de deixar marxar. Estimar-te es
voler-te bé i feliç. Així doncs ara i aquí tiro les eines que podrien ajudar-me
a trencar barrots i enderrocar parets per apropar-me a tu. No vull que mai més
tornis a passar cap dol per culpa meva un diumenge a la nit. No saps quant em
costa aquesta renuncia...
Però no et preocupis, jo t’espero, t’espero mentre vaig fent el meu camí
acompanyat de les meves filles. T’espero a Barcelona, la Barcelona que és
banyada per les mateixes aigües que banyen el teu estimat Empordà! Què son 15
anys en un vida?
PD: Sempre, absolutament sempre seràs benvingut a la meva llista
d’obsessions i cançons que sé mai oblidaràs
ÚLTIMO VALS EN LA FAGEDA
¡Gracias! Sólo puedo darte las gracias por
todo este tiempo, por tantos fines de semana, por tantas horas intensas, por
respetar la distancia con la madre de mis hijas y por abrazarlas a ellas como
has hecho a lo largo de todos estos meses. ¡Eres excepcional!
Como casi siempre que el amor se aparca (¡o
desaparece!) nace la nostalgia de los momentos más íntimos, y todos me parecen
maravillosos en este desorden actual en el que vivo desde hace dos días y que
lucha por hacerse impermeable al dolor que siento.
Estoy sentado contemplando todos los
cristales rotos de mi vida, y tú eres ahora el trozo más grande, un trozo que
me ha hecho soñar... Amor: eres mi último baile, eres mi último vals en la Fageda.
"No, no me sueltes", respondo a mi
intento de separar nuestras manos. Ni siquiera abro los ojos, hace rato que
siento tu voz agotada, y en cosa de dos minutos mi cuerpo empieza a
convulsionar por primera vez. Sonrío en la oscuridad mientras las lágrimas caen
de mis ojos, y cuento mentalmente hasta tres antes de sentir cómo mi propia voz
me prgunta: "¿esto es real? ¿estoy despierto? ¿de verdad?". Cierro
los ojos y te beso, y te acaricio la mejilla para que puedas conciliar el sueño
con más facilidad y regalarme un día más a tu lado. La luz de las farolas se
filtra por el balcón mientras imagino tus dulces facciones durmiendo
plácidamente lejos de mí. ¡Imaginándote ruego a Dios que algún día seas capaz
de conectarte con tus emociones y te abra el cielo!
Me vuelvo hacia el otro lado de la cama y
estiro el brazo, busco una paz de espíritu que hace días me rehuye. Los minutos
pasan lentamente y de manera angustiosa entre los ruidos de una Barcelona
desconocida y hostil que los amplifica sobremanera. Hago de tripas corazón y
miro de combatirla con las pocas fuerzas que aún me quedan; pero la
desesperación acaba apoderándose de mí y lloro… lloro desconsoladamente. He
pensado en coger el primer tren que salga en tu misma dirección para recibirte
cuando llegues mañana por la mañana a tu país sin mar y, después de darte un
beso, volveré a casa con un autocar que sale sobre las tres y media de la tarde
y llega a Barcelona al día siguiente por la mañana. Te juro que lo haría, me
conoces, pero, no veo como en mi estado sería capaz de pasar una noche tan larga
encajonado en un asiento de mierda sin tirarme de cabeza contra la salida de
emergencia para encontrar una manera de aliviar el dolor si, al verte, no
siento una brizna de esperanzador futuro.
¿Qué haces tan lejos de mí? Necesitaba
decirte por última vez que te quiero, que estoy locamente enamorado de ti. No
podía pasar una hora más sin gritar a los cuatro vientos lo que me corroe el
alma; y al hacerlo descubrir si todavía no es demasiado tarde para recuperarte.
Sabía que nuestra aventura estaba condenada al fracaso, podía visualizar los
ligeros matices de desconexión en todos y cada uno de tus viajes al principio y
de tus whatsapps estos últimos quince días, pero no tenía alternativa, lo que
me dabas era mucho más fuerte y poderoso que cualquiera de los miedos que
pudieran provocarme todos los kilometros que nos separaban.
Soy el primero en no entender qué me está
pasando, pero todas las piezas encajan a la perfección; cada sensación y
pensamiento me recuerdan un sentimiento que creía olvidado y ya fuera de mi
alcance para siempre jamás. Tu sonrisa me asalta en sueños, y entiendo que mi
alma te ha sido entregada. Abrazarte y perderme en tu mirada antes de apagar la
luz ha sido lo mejor y lo peor que me ha pasado en mucho tiempo. Este es el
único motivo por el cual sigo aquí, porque sé que hacia las 7:00 me despertaré
para ver si duermes a mi lado y poder volver a estrecharte entre mis brazos y
besuquearte mientras te abrazo por la espalda.
Y lloro; lloro porque la mañana será
demasiado corta; lloro porque te he perdido; lloro como tú lo hiciste cuando me
dijiste que te estabas enamorando de mí –de una manera adulta– y yo no tuve
ninguna respuesta; lloro porque siempre lo hago todo mal y mi estupidez no
conoce límites; lloro porque hay demasiadas cosas que todavía tenemos que hacer
juntos.
Te revuelves y me abrazas…. ¡y me haces reír
mientras me envías vídeos tuyos imitando a mi hija moviendo los brazos cuando
está contenta! Tu voz y tu contacto es lo que necesito y, por un momento,
olvido que tengo el corazón roto… ¡Y
querría que nunca se hiciera de día! ¡Me siento aprisionado en el esbozo de una
viñeta de cómic donde no suena ni una corchea!
¡Buf! Ya no recordaba lo que es estar junto
a alguien a quien quieres sobremanera, la serenidad y la felicidad inherentes a
su presencia. Ahora mismo podría estar en mi lecho de muerte y tu mano cogiendo
la mía sería lo único necesario para superar todos los temores e irme en paz.
El camino es muy largo. He perdido el mapa.
Falta demasiado para llegar a casa, falta demasiado para olvidarte. Y es que te
quiero y, como te quiero –esto es lo único que puedo afirmar ahora mismo–, te
tengo que dejar marchar. Amarte es quererte bien y feliz. Así pues, ahora y
aquí, lanzo las herramientas que podrían ayudarme a romper barrotes y demoler
paredes para acercarme a ti. No quiero que nunca más vuelvas a pasar ningún
luto por mi culpa un domingo por la noche. No sabes cuánto me cuesta renunciar
a ti...
Pero no te preocupes, yo te espero, te
espero mientras voy haciendo mi camino acompañado de mis hijas. Te espero en Barcelona,
¡la Barcelona que está bañada por las mismas aguas que tu querido Empordà! ¿Que
son 15 años en un vida?
PD: Siempre, absolutamente siempre, serás
bienvenido a mi lista de obsesiones y canciones que sé que nunca olvidarás.
LAST WALTZ IN LA
FAGEDA
Thanks! I can only thank
you for all this time, for so many weekends, for so many intense hours, for
respecting the distance with the mother of my daughters, and for hugging them
like you did through all these months. You are truly exceptional!
As almost always, whenever
love is pushed aside (or disappears), we immediately get the nostalgia of the
most intimate moments, and all of
them look just wonderful to me from the mess I’ve been dragged into for the
last two days, a mess that struggles to become impervious to the excruciating pain
I feel.
I’m sitting at the dock of
the bay, watching the shattered pieces of my life, of which you are the
biggest, the piece that made me dream so much… love, you are my last dance, you
are my last waltz in La Fageda.
“No, please don’t let me
go”, I reply to yet another of my attempts to separate our hands. I don’t even
open my eyes; it’s been a while since I’ve been listening to your voice now,
exhausted, and in like two minutes my body starts to shake. I smile in the
darkness while tears wet down my face, counting up to three in my mind before
hearing my voice asking: “Is this real? Am I awake? Really?” I close my eyes,
and kiss you, and caress your cheek so that you can fall asleep more easily,
thus offering me one more day by your side. Dim light of streetlamp flickers
weakly through the balcony while I imagine your sweet features sleeping calmly
far from me. Imagining you, I pray to God that some day you can connect with
your emotions and heaven open for you.
I turn to the other side of the bed, and reach out,
searching a peace of mind that has escaped me for days now. Minutes go by slowly, wretchedly,
in the sounds of a suddenly unknown and hostile Barcelona that amplifies them
overwhelmingly. I bite the bullet and face it with my few remaining bits of
strength, but desperation crawls back and I cry once again, I cry inconsolably.
I have thought I’d catch the first train going your way, to kiss you welcome
when you get home tomorrow morning, in your country without a sea, and then I’d
go back with a bus leaving at half past three in the afternoon and reaching
Barcelona the next morning. I swear I’d do it, you know it, but I can't see how
in my current state I’d be able to spend such a long night locked in a shitty
bus, and not end up throwing myself against some emergency exit to relief the
pain if I don't have at least a tiny glimmer of hopeful future.
What are you doing so far from me? I needed to tell
you one last time that I love you, that I am crazy in love. I couldn't spend
one more hour without shouting this pain out loud -this pain that eats my soul-
and in so doing find out if it’s not too late to have you back. I knew our
story was doomed from the beginning, I could visualize the shades of the
disconnection in all and each of your early trips, and the whatsapps of these
last 15 days, but I didn’t have any choice, because what you were giving me was
so much more strong and powerful than any of the fears raised by the miles
between us.
I am the first not to understand what’s going on with
me, but all the pieces fit to perfection now, every sensation and thought
reminds me of a feeling I thought lost and out of my life for ever. Your smile hits
me on my dreams and I understand how my soul belongs to you now. To hug you, and
get lost in your eyes before turning off the lights has been the best and the
worst that happened to me in a very long time. This is the only reason why I am
still here, because I know that I’ll wake up at 7AM to see if you sleep by my
side and again hold you in my arms and kiss your back while spooning.
And I cry and cry because the morning was too short, I
cry because I lost you, I cry just like when you did when said you were falling
for me – in a grown-up way- and I didn’t have any answer, I cry because I
always do everything too spontaneously, and my ingenuity doesn't know any limits, I cry
because there are still so many things we have to do together.
You turn around and hug me… and make me laugh by
sending me videos where you act up my daughter moving her arms when she’s
happy! Your voice, and your contact is what I need and for a moment I forget my
heart is broken… and I wish the day never broke! I feel imprisoned in the
sketch of a cartoon where not even an eighth note can be heard.
Wow, I didn’t even remember what it was to be by
someone you love above everything, the peacefulness, and happiness inherent to
his presence. Right now I could be in my deathbed and your hand would be the
only really necessary thing to remove all my terrors and leave in peace.
The path is long. I’ve lost the map. It’s still too
long before I reach home, it’s still too long before I forget you. I love you,
and because I love you –that’s the only thing I can say right now- I have to
let you go. Loving you is wanting you to be well and happy. Hence, here and now
I drop the tools I could use to break these prison bars and tear down the walls
to stand close to you. I don’t want you to ever again go through any kind of
pain a Sunday night because of me. You have no idea how hard is giving up on
you.
But you do
not worry, I’ll wait for you, I’ll wait while doing my way in the company of my
daughters. I’ll wait in Barcelona, the Barcelona washed by the same waters that
wash your beloved Empordà. What are 15 years in a lifetime?
PS. You will always, absolutely always be welcome in
my list of obsessions and songs that I know you will never ever forget.